La cucina Sous Vide a cottura dolce

Il metodo, nonostante fosse stato per la prima volta descritto da Sir Benjamin Thompson, Conte di Rumford, nel 1799, è stato riscoperto da ricercatori francesi e americani a metà degli anni 60 per la conservazione dei cibi.

Forse lo chef che più di altri ha portato avanti questa tecnica è il pluristellato chef inglese Heston Blumenthal proprietario del ristorante The Fat Duck già “miglior ristorante al mondo”.

Questa interessante tecnica, ancora poco diffusa, è in grado di migliorare la conservazione e la cottura degli alimenti. Per quanto riguarda la conservazione, i vantaggi sono facilmente comprensibili: l’assenza di ossigeno rallenta drasticamente la proliferazione batterica e i fenomeni di ossidazione, che provocano alterazioni dei caratteri organolettici e nutrizionali dell’alimento; il sistema risulta pertanto molto più igienico e impedisce la contaminazione microbica, l’adozione del sottovuoto come tecnica di cottura:

- Minore perdita di peso rispetto alle cotture classiche perché si evita l’evaporazione.

- Il prodotto si conserva molto morbido perché: l’acqua non evapora; le basse temperature di cottura applicate per tempi lunghi, permettono, ad esempio nella carne, la trasformazione del collagene in gelatina con effetto di ammorbidimento del prodotto.

- Migliore conservazione delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto per le basse temperature applicate.

- Concentrazione di aromi che, chiusi nella confezione non si disperdono con l’evaporazione come invece avviene nelle cotture tradizionali.

- Minor contenuto calorico per il minor impiego di grassi.

- Migliore organizzazione del lavoro: gli alimenti possono essere cotti e, solo al momento del servizio, si ha la finitura del prodotto.

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